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“Insieme possiamo rendere GIUSTIZIA IN TUTTO IL MONDO PER L’HIV una realtà.”

Q: Cos’è la criminalizzazione dell’HIV?

La criminalizzazione dell’HIV consiste in una ingiusta applicazione delle leggi penali contro le persone con HIV in riferimento al loro status HIV – sia attraverso norme penali specifiche sull’HIV o applicando norme penali generiche esclusivamente o sproporzionatamente contro le persone con HIV.

Normalmente queste leggi vengono usate contro individui consapevoli di avere l’infezione da HIV che – secondo le accuse – non avrebbero dichiarato il loro status di sieropositività prima della relazione sessuale (HIV non-disclosure), oppure si pensa possano aver potenzialmente esposto gli altri all’HIV (HIV exposure) o che abbiano trasmesso l’infezione (HIV transmission).

In molti paesi, una persona con HIV che viene condannata per altri ‘crimini’ – di solito, ma non esclusivamente, prostituzione o qualcuno che sputa o morde personale di polizia durante l’arresto o l’incarcerazione – spesso riceve un aggravio di pena persino in casi in cui l’esposizione o la trasmissione dell’HIV non era possibile o era – al massimo – a bassissimo rischio.

Q: Perché la criminalizzazione dell’HIV è un problema?

Si stima che in circa 72 paesi siano state adottate leggi che permettono specificatamente la criminalizzazione dell’HIV, mentre le denunce per la mancata dichiarazione di sieropositività, o per esposizione o trasmissione di HIV sono documentate in quasi 60 paesi, sia in base a leggi specifiche sull’HIV sia in base ad altre leggi penali generali. In molti casi, le leggi sulla criminalizzazione dell’HIV sono eccessivamente generiche – o nella loro formulazione esplicita o nel modo in cui vengono interpretate e applicate – rendendo le persone con HIV (e coloro che le autorità ritengono essere a rischio di HIV) estremamente vulnerabili a tutta una serie di violazioni dei diritti umani.

Ci sono sempre più prove che la criminalizzazione dell’HIV ha un impatto sui diritti umani delle persone con HIV, che spesso fanno parte di popolazioni con inadeguato accesso ai servizi, a causa di:

  • indagini o denunce selettive o arbitrarie che hanno un impatto enorme sulle minoranze sessuali o razziali e sulle donne;
  • confusione e paura in merito agli obblighi di legge;
  • uso di minacce di denuncia come modi di abusare o vendicarsi di un partner sieropositivo attuale o passato;
  • indagini di polizia fuori luogo o condotte senza sensibilità che possono dar luogo a diffusione non dovuta di notizie relative allo stato di sieropositività che a loro volta portano a un alto livello di stress e in certi casi alla perdita del lavoro o dell’affitto, all’esclusione sociale, e in alcuni casi alla deportazione (e quindi alla possibile perdita di adeguato accesso alle cure mediche) dei migranti che vivono con l’HIV;
  • accesso limitato alla giustizia, anche a causa di rappresentanti legali inadeguatamente preparati e competenti;
  • sentenze e pene che spesso sono ampiamente sproporzionate rispetto al danno potenziale o attuato, compresi lunghi periodi di incarcerazione, il marchio di maniaco sessuale che rimane impresso per tutta la vita o anni (con tutte le conseguenze negative per l’impiego, l’affitto, lo stigma sociale, ecc.);
  • articoli giornalistici stigmatizzanti che pubblicano nomi, indirizzo e fotografie delle persone con HIV, comprese quelle non ancora giudicate colpevoli di reato ma solo soggette a denuncia.

La criminalizzazione dell’HIV va anche contro gli obiettivi di salute pubblica. Le evidenze indicano che la paura di una denuncia può allontanare le persone, specie quelle delle comunità particolarmente vulnerabili per l’acquisizione di HIV, dal fare il test e conoscere il proprio status, perché molte leggi si applicano solo a coloro che sono a conoscenza del loro status di sieropositività. La criminalizzazione dell’HIV può anche allontanare dall’accesso alle cure e alla terapia, mettendo a repentaglio il counselling e la relazione tra le persone con HIV e i professionisti sanitari, dal momento che le informazioni sanitarie possono essere usate come prova in tribunale.

Q: Cos’è HIV JUSTICE WORLDWIDE (GIUSTIZIA IN TUTTO IL MONDO SULL’HIV)?

HIV JUSTICE WORLDWIDE è una iniziativa lanciata da organizzazioni della società civile nazionali, regionali e globali – molte delle quali composte da persone con HIV – che lavorano insieme per costruire un movimento mondiale per mettere fine alla criminalizzazione di HIV. Tutti i soci fondatori hanno lavorato individualmente e collettivamente sulla criminalizzazione dell’HIV per molti anni.

HIV JUSTICE WORLDWIDE risponde a un bisogno urgente di consolidare i successi di advocacy raggiunti in alcune parti del mondo e di resistere a nuove proposte di legge in altri. È anche evidente che prevenire e porre rimedio alla criminalizzazione di HIV richiede molti anni, se non decenni, e per questo dobbiamo lavorare insieme perché:

  • la criminalizzazione di HIV è un problema internazionale che è cresciuto in dimensioni e gravità negli ultimi vent’anni;
  • le organizzazioni internazionali come UNAIDS, UNDP, la Commissione Globale sull’HIV e la Legge e altre sono state – o devono essere – coinvolte in questo problema e la società civile deve diventare capace di impegnarsi attivamente con loro;
  • la pressione internazionale può essere in molti casi d’auto per rispondere agli sviluppi problematici regionali o nazionali;
  • un movimento globale può essere in grado di stimolare la consapevolezza e fare formazione per gli attivisti locali in tutto il mondo condividendo le conoscenze, l’esperienza, le strategie, gli strumenti e mobilitando risorse.

Q: Chi c’è dietro HIV JUSTICE WORLDWIDE?

I soci fondatori sono:

HIV JUSTICE WORLDWIDE
I soci fondatori e i sostenitori di HIV JUSTICE WORLDWIDE a Brighton il 24 marzo 2016. Fila posteriore, da sinistra: Rhon Reynolds (GNP+), Edwin J Bernard (HIV Justice Network), Jessica Whitbread (ICW), Boyan Konstantinov (PNUD), Patrick Eba (ONUSIDA), Sean Strub (SERO). Devant de gauche à droite: Julian Hows (GNP+), Sylvie Beaumont (HIV Justice Network), Cécile Kazatchkine (Réseau juridique canadien VIH/SIDA), Naina Khanna (PWN-USA) et Michaela Clayton (ARASA).

Il meeting di fondazione della durata di tre giorni che si è svolto dal 22 al 24 marzo 2016 a Brighton, in Regno Unito, è stato possibile grazie a un contributo del Robert Carr civil society Networks Fund riconosciuto all’HIV Justice Global Consortium, che comprende ARASA, Canadian HIV/AIDS Legal Network, GNP+, HIV Justice Network, Sero e PWN-USA.

Ad alcune parti del meeting hanno partecipato anche rappresentanti di Amnesty International, ICW, International HIV/AIDS Alliance, National AIDS Trust (NAT), UNAIDS e UNDP, che sostengono comunque l’iniziativa.

Q: Cosa si propone di ottenere HIV JUSTICE WORLDWIDE?

Vogliamo mettere fine alla criminalizzazione dell’HIV rendendo più forti le persone con HIV e coloro che fanno azione di advocacy per loro conto, in modo da assicurarci che i politici, i professionisti della giustizia penale e altre figure di rilievo aboliscano le leggi esistenti e si oppongano all’approvazione di proposte di legge pensate per mettere sotto controllo e punire le persone che vivono con l’HIV sulla base del loro status HIV.

La nostra missione ha due punti chiave:

  1. Sviluppare la capacità di chi fa advocacy (network di persone con HIV, organizzazioni, comunità e individui singoli) perché affrontino e influenzino coloro che prendono le decisioni all’interno delle loro comunità e su base nazionale o regionale, per evitare o fermare l’uso iniquo delle leggi penali contro le persone con HIV e per influenzare la creazione di leggi più giuste.
  2. Proteggere i diritti umani delle persone con HIV riducendo, limitando e in ultimo mettendo fine all’uso iniquo di leggi penali, politiche e pratiche per controllare e punire le persone con HIV a causa del loro status HIV.

Q: In che modo HIV JUSTICE WORLDWIDE potrà fare davvero qualcosa?

HIV JUSTICE WORLDWIDE rafforzerà e svilupperà ulteriormente le azioni che i suoi soci fondatori hanno già portato avanti: monitorare, informare, connettere e coinvolgere i network di persone con HIV, le organizzazioni della società civile e altri che si impegnano contro la criminalizzazione dell’HIV, e coinvolgere i politici allo scopo di creare una barriera contro la criminalizzazione dell’HIV.

Questa iniziativa ci permette di:

  • Evitare duplicazioni mettendo insieme le tante risorse esistenti su questo tema, condividendo informazioni e coordinando gli sforzi di advocacy.
  • Costruire un consenso più ampio tra i network di persone con HIV, la società civile, i politici, scienziati e medici di rilievo, figure della giustizia penale e finanziatori sul principio che “non possiamo mettere fine all’AIDS finché non mettiamo fine alla criminalizzazione dell’HIV”.
  • Creare nuove energie e azioni, “cavalcando l’onda” dei recenti successi nell’advocacy e spingendo per un impegno verso il cambiamento ai più alti livelli.
  • Sviluppare e rafforzare la capacità della società civile che è assolutamente necessaria per assicurare una continua azione di advocacy contro la criminalizzazione dell’HIV, e per sostenere questa capacità in modo da impegnarsi ancora di più contro le leggi punitive, le politiche e le pratiche dirette contro le persone con HIV e che ostacolano la risposta contro l’infezione.

Q: Cosa posso fare per contribuire a raggiungere HIV JUSTICE WORLDWIDE?

  • Iscriviti alla nostra newsletter e tieniti informato sul lavoro di advocacy contro la criminalizzazione dell’HIV in tutto il mondo.
  • Aiutaci a tenere traccia di nuove leggi o processi ingiusti riferendoci quello che accade nel tuo paese o nella tua regione.
  • Se sarai a Durban per la conferenza AIDS 2016, vieni alla nostra Beyond Blame pre-conference.
  • Contattaci se ti serve un supporto strategico per il tuo lavoro di advocacy contro la criminalizzazione dell’HIV.

 

Tradotto da Plus onlus